sabato 2 maggio 2009

Lazio con onore a San Siro…Ora tutto sulla finale!!!




Tutto scritto, ma niente scontato. La Lazio china il capo ai primi della classe e presta ago e filo agli uomini di Mourinho per cucire al meglio il tricolore sulle maglie. Una resa prevista e alla vigilia probabile, consumata però con onore e rispetto. Una sconfitta di Zàrate e compagni maturata grazie alle prodezze del solito Ibrahimovic che con un gol ed un assist ha piegato la bella Lazio di Rossi e ha regalato il successo ai suoi. Il palcoscenico è quello giusto per gustare una sfida che sa di calcio spettacolo. L’Inter è chiamata a confermare uno stradominio che da qualche domenica sta però scricchiolando, la Lazio invece affila le armi in vista della finale di coppa Italia e prima di calare definitivamente il sipario su una stagione vissuta fra alti e bassi. Fra turnover e stravaganti scelte tattiche, Delio Rossi pensa alla coppa. Oltre a non aver convocato Pandev e Dabo il tecnico romagnolo esclude sul fotofinish sia Foggia che De Silvestri, per gli inediti Del Nero e Siviglia. Il difensore calabrese infatti pur essendo un titolare storico di questa Lazio, nella sfida milanese si cimenta nel ruolo di terzino, che non ricopre ormai da tempo. Mourinho invece punta tutto sul solito Ibra, affiancato da Figo e Mancini, che respira un clima da derby. Parte subito forte l’Inter, che martella la Lazio con una travolgente rapidità di gioco. La squadra biancoceleste però non si fa cogliere impreparata e studia la formazione nerazzurra per disturbarla con ripartenze veloci e ficcanti. Al 4’ è la squadra di Mou a spaventare la Lazio. Lungo l’out di destra Luis Figo semina scompiglio nella retroguardia biancoceleste. Il portoghese infatti, ha la meglio su Kolarov nel suo rapido gioco di gambe. Il fantasista ex-porto dopo aver scartato il serbo laziale scodella in mezzo un pallone velenoso che attraversa l’area sfuggendo a tutti, Muslera e Radu compresi. Cinque minuti più tardi è la Lazio a rispedire al mittente l’offesa. Un’azione prolungata, su un fraseggio sostenuto, stupisce i padroni di casa e consegna Rocchi un pallone invitante al limite dell’area nerazzurra, ma la botta del capitano termina fuori. L’Inter corre e prova l’affondo con il solito Ibrahimovic. Lo svedese ci prova al 23’, battendo a rete un assist perfetto di Figo. La palla però esce di poco e sfiora soltanto il palo alla destra di Muslera. Con il passar dei minuti la prima della classe perde lucidità e lascia campo alla Lazio, che esce dal suo guscio. Delio Rossi chiede ai suoi di avanzare compatti, chiudendo gli spazi e lasciando Zàrate libero di svariare in avanti. È proprio il folletto argentino a tenere alta la tensione di un match tirato, e molto tattico. Maurito al 37’ entra in scena e manda in delirio la scala del calcio con una serpentina da capogiro, che mette fuorigioco mezza Inter, prima di chiamare in causa Julio Cesar con un plastico intervento. Un pubblico dalle grandi occasioni e un notte che per la compagine milanese doveva suonare da rinascita, dopo le ultime defaillance in campionato, riassunte dallo scivolone di Napoli e da un cospicuo vantaggio sulle seconde depauperato nelle ultime domeniche. Ed invece a chiudere in bellezza la prima frazione di gioco sono proprio gli ospiti. Prima del time-out sancito da Tagliavento infatti, è la Lazio ad impensierire Cesar. Lo fa con un bolide preciso e potente, che dalla lunga distanza Mauro Zàrate calcia in direzione della porta interista. La palla termina a lato di Cesar. Delusione e fischi, che calano il sipario su un Inter deludente e senza mordente. I pezzi forti sembrano disorientati e Ibrahimovic appare l’ombra sbiadita di se stesso. Si cambia campo e le difficoltà interiste persistono. Il tecnico portoghese allora spedisce nella mischia Crespo e Vieira, con l’intento di dar nuova linfa alla squadra, ma la svolta della gara, tanto per cambiare, giunge ancora una volta dai tacchetti del solito Ibra. Quando la squadra biancoceleste infatti sembrava gestire al meglio la partita, fra pressing e fluidi schemi in attacco, i padroni di casa affondano il colpo e passano in vantaggio. Al 13’ infatti il potente centravanti svedese raccoglie un pallone dalla trequarti e punta la porta laziale. Il campione interista si coordina perfettamente e incrocia un bolide preciso su cui Muslera non può nulla. L’urlo di San Siro, l’esultanza di Moratti e quella di Mourinho. La paura cala d’un tratto e quel tricolore cercato sin dall’inizio dell’anno, sembra ora saldamente cucito sulle maglie a strisce nerazzurre. La Lazio barcolla, si sfalda e incassa il secondo gol. Stavolta il fuoriclasse svedese si veste da assist-man e spedisce Muntari a tu per tu con Muslera. Il portiere uruguaiano accenna ad un intervento, ma il fendente del ghanese non lascia scampo. È il 2-0. La gioia sugli spalti si trasforma in pochi istanti in una festa. Il clima scudetto è proprio quello che si respira a San Siro, sponda nerazzurra. La Lazio chiude a testa alta il confronto e al fischio finale rivolge già i suoi pensieri altrove. La coppa Italia resta l’obiettivo principe di questo finale di stagione. Contro i nerazzurri gli uomini di Rossi non hanno certo sfigurato, giocando per larghi tratti alla pari con la prima della classe, ma adesso occorre voltare pagina. Zàrate e compagni tornano a casa per sudare e lavorare intensamente. Sabato c’è l’Udinese, ma la sfida vera è fissata fra 10 giorni. Da oggi in poi la Lazio si gioca davvero tutto e la finale con la Sampdoria vale tutto un campionato.

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