venerdì 8 maggio 2009

Una Coppa da 8 milioni




La coppa vale un tesoro. In tutti i sensi. E’ importante conquistarla innanzitutto per il prestigio di un trofeo che manca nella bacheca laziale da cinque anni e su questo, squadra e società, sono concentrati e motivati al massimo. Ma è altrettanto importante che l’eventuale successo possa portare nelle casse laziali diversi milioni di euro. Un fattore non trascurabile, soprattutto di questi tempi, anche perché vincerla vorrebbe dire assicurarsi tra i 6-8 milioni di euro. In ballo ci sono diverse voci, come i diritti televisivi e quelli commerciali che si vanno ad aggiungere a quelli che dà la finale di Supercoppa che, per l’occasione, si giocherà allo stadio Olimpico di Pechino. E conoscendo la grande attrazione che vanta da quelle parti il calcio italiano, c’è la concreta possibilità che ci sia una stadio quasi esaurito, se non del tutto. Un business, insomma, di enorme valore che, sommato a tutto il resto, potrebbe garantire alle due società finaliste un introito vicino ai quattro milioni di euro. Niente male davvero.
In più c’è da considerare l’incasso che verrà diviso al 90% tra le due società e vedendo come sta procedendo la vendita dei biglietti c’è da essere più che ottimisti e poter immaginare che si possa anche realizzare il record per una finale di coppa Italia, magari arrivare ai 2 milioni di euro. Ieri, infatti, è terminata la prelazione per gli abbonati di entrambe le società e i tagliandi acquistati sono saliti a quasi 35.000: 22.000 per la Lazio, 13.000 per la Sampdoria. Da questa mattina partirà la vendita libera e già si sa che sarà una vera e propria caccia al biglietto, sia nella capitale, sia a Genova. Poi, ma sicuramente non meno importante rispetto al resto, c’è il premio che la Lega garantisce alla vincitrice che tocca quasi il milione di euro e infine l’ingresso nella futura Europa League, ex coppa Uefa. Insomma, chi vincerà la coppa Italia avrà tanti motivi per sorridere sia dal punto di vista sportivo, sia per quel che riguarda il lato prettamente economico-finanziario. Se, poi, dovesse essere la Lazio a conquistare il trofeo, il presidente Lotito è pronto a stanziare un ricco premio per i suoi giocatori. Dovrebbero essere 600.000 gli euro che il patron biancoceleste garantirà alla squadra, 30.000 euro a giocatore. Fino adesso, infatti, il numero uno laziale ha sempre garantito ai suoi giocatori un premio a obiettivo raggiunto. Accadde per il sesto posto del 2006 e il terzo del 2007, con la squadra che entrò in Champions League attraverso i preliminari. E farà lo stesso anche in questa stagione.

sabato 2 maggio 2009

Lazio con onore a San Siro…Ora tutto sulla finale!!!




Tutto scritto, ma niente scontato. La Lazio china il capo ai primi della classe e presta ago e filo agli uomini di Mourinho per cucire al meglio il tricolore sulle maglie. Una resa prevista e alla vigilia probabile, consumata però con onore e rispetto. Una sconfitta di Zàrate e compagni maturata grazie alle prodezze del solito Ibrahimovic che con un gol ed un assist ha piegato la bella Lazio di Rossi e ha regalato il successo ai suoi. Il palcoscenico è quello giusto per gustare una sfida che sa di calcio spettacolo. L’Inter è chiamata a confermare uno stradominio che da qualche domenica sta però scricchiolando, la Lazio invece affila le armi in vista della finale di coppa Italia e prima di calare definitivamente il sipario su una stagione vissuta fra alti e bassi. Fra turnover e stravaganti scelte tattiche, Delio Rossi pensa alla coppa. Oltre a non aver convocato Pandev e Dabo il tecnico romagnolo esclude sul fotofinish sia Foggia che De Silvestri, per gli inediti Del Nero e Siviglia. Il difensore calabrese infatti pur essendo un titolare storico di questa Lazio, nella sfida milanese si cimenta nel ruolo di terzino, che non ricopre ormai da tempo. Mourinho invece punta tutto sul solito Ibra, affiancato da Figo e Mancini, che respira un clima da derby. Parte subito forte l’Inter, che martella la Lazio con una travolgente rapidità di gioco. La squadra biancoceleste però non si fa cogliere impreparata e studia la formazione nerazzurra per disturbarla con ripartenze veloci e ficcanti. Al 4’ è la squadra di Mou a spaventare la Lazio. Lungo l’out di destra Luis Figo semina scompiglio nella retroguardia biancoceleste. Il portoghese infatti, ha la meglio su Kolarov nel suo rapido gioco di gambe. Il fantasista ex-porto dopo aver scartato il serbo laziale scodella in mezzo un pallone velenoso che attraversa l’area sfuggendo a tutti, Muslera e Radu compresi. Cinque minuti più tardi è la Lazio a rispedire al mittente l’offesa. Un’azione prolungata, su un fraseggio sostenuto, stupisce i padroni di casa e consegna Rocchi un pallone invitante al limite dell’area nerazzurra, ma la botta del capitano termina fuori. L’Inter corre e prova l’affondo con il solito Ibrahimovic. Lo svedese ci prova al 23’, battendo a rete un assist perfetto di Figo. La palla però esce di poco e sfiora soltanto il palo alla destra di Muslera. Con il passar dei minuti la prima della classe perde lucidità e lascia campo alla Lazio, che esce dal suo guscio. Delio Rossi chiede ai suoi di avanzare compatti, chiudendo gli spazi e lasciando Zàrate libero di svariare in avanti. È proprio il folletto argentino a tenere alta la tensione di un match tirato, e molto tattico. Maurito al 37’ entra in scena e manda in delirio la scala del calcio con una serpentina da capogiro, che mette fuorigioco mezza Inter, prima di chiamare in causa Julio Cesar con un plastico intervento. Un pubblico dalle grandi occasioni e un notte che per la compagine milanese doveva suonare da rinascita, dopo le ultime defaillance in campionato, riassunte dallo scivolone di Napoli e da un cospicuo vantaggio sulle seconde depauperato nelle ultime domeniche. Ed invece a chiudere in bellezza la prima frazione di gioco sono proprio gli ospiti. Prima del time-out sancito da Tagliavento infatti, è la Lazio ad impensierire Cesar. Lo fa con un bolide preciso e potente, che dalla lunga distanza Mauro Zàrate calcia in direzione della porta interista. La palla termina a lato di Cesar. Delusione e fischi, che calano il sipario su un Inter deludente e senza mordente. I pezzi forti sembrano disorientati e Ibrahimovic appare l’ombra sbiadita di se stesso. Si cambia campo e le difficoltà interiste persistono. Il tecnico portoghese allora spedisce nella mischia Crespo e Vieira, con l’intento di dar nuova linfa alla squadra, ma la svolta della gara, tanto per cambiare, giunge ancora una volta dai tacchetti del solito Ibra. Quando la squadra biancoceleste infatti sembrava gestire al meglio la partita, fra pressing e fluidi schemi in attacco, i padroni di casa affondano il colpo e passano in vantaggio. Al 13’ infatti il potente centravanti svedese raccoglie un pallone dalla trequarti e punta la porta laziale. Il campione interista si coordina perfettamente e incrocia un bolide preciso su cui Muslera non può nulla. L’urlo di San Siro, l’esultanza di Moratti e quella di Mourinho. La paura cala d’un tratto e quel tricolore cercato sin dall’inizio dell’anno, sembra ora saldamente cucito sulle maglie a strisce nerazzurre. La Lazio barcolla, si sfalda e incassa il secondo gol. Stavolta il fuoriclasse svedese si veste da assist-man e spedisce Muntari a tu per tu con Muslera. Il portiere uruguaiano accenna ad un intervento, ma il fendente del ghanese non lascia scampo. È il 2-0. La gioia sugli spalti si trasforma in pochi istanti in una festa. Il clima scudetto è proprio quello che si respira a San Siro, sponda nerazzurra. La Lazio chiude a testa alta il confronto e al fischio finale rivolge già i suoi pensieri altrove. La coppa Italia resta l’obiettivo principe di questo finale di stagione. Contro i nerazzurri gli uomini di Rossi non hanno certo sfigurato, giocando per larghi tratti alla pari con la prima della classe, ma adesso occorre voltare pagina. Zàrate e compagni tornano a casa per sudare e lavorare intensamente. Sabato c’è l’Udinese, ma la sfida vera è fissata fra 10 giorni. Da oggi in poi la Lazio si gioca davvero tutto e la finale con la Sampdoria vale tutto un campionato.

giovedì 23 aprile 2009

Unico ad anfield





Non ci potevo credere quando un mio amico mi ha scritto un SMS in cui diceva "tripletta di arshavin a Liverpool".sono rimasto a bocca aperta,e quasi quasi mi sono commosso li per li.ero tornato da poco a casa e quindi non avevo seguito quella pazzesca partita,ma sapere che shava aveva segnato tre reti prima,quattro poi nel finale è stato davvero incredibile.per me ma anche per tutti quelli che amano un calcio anti tipico come quello russo vedere il più forte giocatore russo dei giorni nostri,da molti sottovalutato e sbeffeggiato, segnare quattro e dico quattro reti ad anfield è un'emozione quasi paragonabile alle coppa UEFA vinte da CSKA e zenit in questi ultimi 5 anni.ora sfido chiunque a dire che andrey sia un montato e che ha giocato bene solo due gare all'europeo dell'estate scorsa.il russo ha offerto uno spettacolo senza precedenti in un tempio del calcio,anfield,dove solo i grandi riescono a vincere,o a segnare cosi tanti gol.non succedeva da anni un'impresa simile,perché solo i fuori classe possono compiere tali magie in campo.
i gol sono stati uno migliore dell'altro,il secondo una gemma pazzesca da vedere e rivedere.davvero complimenti al nostro andrey,che si sta integrando man mano alla perfezione nella nuova realtà inglese,sfoderando assist e reti di alta qualità,da vero numero 10,da vero leader.
la continua crescita del russo è sotto gli occhi di tutti,anche caratterialmente sembra migliorato,e se prima cadeva in errori banali che ne limitavano la totale consacrazione a livello mondiale,ora sembra più responsabile e questo non può che beneficiargli.
ora alla soglia dei 28 anni andrey può davvero essere (se non lo è già) uno dei migliori al mondo,può dare tanto al calcio con i suoi arcobaleni per i compagni o le sue perle che finisco alle spalle dei portieri.

forza andrey !

giovedì 16 aprile 2009

Dominio inglese in champions



Le inglesi, dopo aver fatto 3 a 0 alle italiane, ora mandano a casa le iberiche. Le semifinali, vedono sono il Barcellona a contrastare il potente predominio delle inglesi in champions ( Manchester, Chelsea, Arsenal). Ma cosa hanno in più? Sono più fortunate, più ciniche? E dove porterà la fuga continua di giovanissimi italiani, che fuggono in Inghilterra? Forse viene dato loro più spazio, e crescono meglio? Senza dubbio i risultati parlano chiaro, come l'anno scorso, 3 inglesi su 4 in semifinale. Ma quali sono le armi di queste inglesi? Sicuramente non esprimono il calcio più bello da vedere, quello lasciamolo almeno al calcio italo-iberico. Senza dubbio una condizione atletica eccellente, giocatori fisicamente molto dotati, e il fantastico tradizionale gioco aereo fanno prevalere le inglesi sul piano fisico. Infatti come corrono le inglesi a questo punto della stagione, quando le altre squadre arrancano, non corre nessuno, e a mio avviso questo è ricercabile nella diversa preparazione atletica che svolgono. Ma i veri salti di qualità delle inglesi negli ultimi anni sono grande aggressività, non arrendersi mai, un gioco veloce e coinvolgente, un pressing alto e costante grazie all'ottima condizione fisica, e le giocate individuali delle stelle.
Non dimentichiamo la grande disponibilità economica, che invita molti ricchi uomini d'affari ad investire in Inghilterra.
Tutto questo rende il campionato inglese combattuto e giocato ad altissimi livelli, poco in comune con il lento e macchinoso gioco italiano, il dominio di tre squadre, e i pochi colpi di scena. Certo, è inutile negarlo, anche la fortuna ha fatto la sua parte, e si è schierata a favore degli inglesi. Aspettiamo con ansia l'esito della Champions, sperando che le squadre iberiche e italiche tornino prepotentemente nel grande calcio ( Real madrid 9 champions, Milan 7).

domenica 12 aprile 2009

Lazio, derby memorabile



11 aprile - Il derby è partita a sé, e lo sa bene la Lazio che risorge proprio nella stracittadina.
I biancocelesti escono dalla crisi sconfiggendo per 4-2 la Roma al termine di una gara avvincente e molto nervosa. Il match infatti termina 9 contro 10 in seguito alle espulsioni di Panucci e Mexes da una parte, e Matuzalem dall'altra nella ripresa. Alle loro espulsioni si aggiungono quelle di Tare (Dirigente biancoceleste) e quelle di Luciano Spalletti che sembra siano arrivati alle mani negli spogliatoi.
Ma andiamo con ordine. Avvio al cardiopalma per i biancocelesti, che passano in vantaggio dopo un minuto con un goal di Goran Pandev, il macedone non segnava da oltre 90 giorni. Dopo 3 minuti arriva il grandissimo goal di Zaratè, un destro da fuori aria che porta i bincocelesti sul 2 a 0 dopo appena 3 minuti.
I giallorossi provano subito a rialzare la testa ed al 9' Mexes, in mischia, trova il pertugio giusto per battere Muslera: 2-1.
Finito il primo tempo. Nella riprese si ci aspettano una Roma all'arrembaggio, ma è ancora la Lazo a dettare legge.
Al 57' arriva il terzo goal: cross di Foggia, Doni non esce dai pali e Lichstainer schiaccia di testa. 3 a 1.
Ma la Roma ci crede ancora, rimasta in 9 uomini (Espulsi prima Panucci, poi Mexes insieme a Matuzalem) riesce al 79', con un altro colpo di testa di De Rossi, al primo goal in un dery, a riequlibrare l'incontro.
Ma ci pense Kolarov a chiudere definitivamente l'incotro grazie ad un goal da manuale del calcio, infatti: il serbo parte dalla propria area di rigore, avanza a piccolo trotto, dribla 2 difensori della Roma, tira con il destro (che non è il suo pide) e insacca la palla alle spalle di Doni.


La voce dei protagonisti: Lazio

L'accompagnatore della Lazio, Ighli Tare: "Ho visto negli spogliatoi il mister Spalletti e tutti i giallorossi lamentarsi con l'arbitro, gli ho detto che così non era corretto, lui mi ha risposto in maniera sgarbata. In seguito all'espulsione l'ho rifermato sulle scale per stringergli la mano ma lui ha ricominciato a lamentarsi. C'erano altri testimoni, comunque per me finisce qui. Questi episodi non devono cancellare la prestazione che ha fatto la Lazio, i ragazzi hanno giocato con grande cuore portando a casa una buona vittoria".

Il difensore della Lazio, Alexander Kolarov: "Sul gol volevo andare fino in fondo, ho cercato di piazzarla con il destro, mi è andata bene. E' una vittoria importantissima L'esultanza? E' il segno della croce fatto all'ortodosso. Ora riprendiamoci il campionato, dobbiamo centrare l'Europa, e vincere la Coppa Italia".

Il centrocampista della Lazio, Pasquale Foggia: "Abbiamo fdisputato una partita perfetta, vincere il derby così è il massimo. Era importante fare gol subito, perchè la Roma è micidiale negli spazi; questo ci ha permesso di chiuderci e ripartire. Abbiamo dimostrato che non siamo quelli delle tre sconfitte consecutive. Abbiamo vinto grazie al sacrificio di tutti, il ritiro ci ha fatto bene. La Lazio ha tanta qualità, si può fare ancora molto. Chiedo scusa a tutti per la rissa finale".


La voce dei protagonisti: Roma

L'allenatore della Roma, Luciano Spalletti: "Siamo entrati in campo e dopo un minuto c'è stato l'episodio dell'angolo: i miei giocatori chiedevano il rinvio da fondo mentre loro già erano pronti a batterlo e ci hanno colto impreparati. I due gol a freddo hanno determinato la partita, al di là del gioco. Dopo il 2-0 i miei giocatori, a mio avviso, hanno giocato una partita splendida, avrebbero meritato di più. Negli spogliatoi, nell'intervallo, protestavo per il rigore non concesso a Baptista. L'anno scorso proprio Morganti concesse un rigore alla Lazio per un fallo analogo di Juan su Bianchi e gli ho fatto notare il fatto che facesse differenze. Tare si è messo in mezzo senza motivo con il dito alto minaccioso verso di me, Morganti non ha bisogno di essere difeso, ne è capace da solo ed infatti ci ha espulso entrambi. Ammetto di aver sbagliato e giuro di non farlo più. Nel secondo tempo ci siamo allungati ed è venuta fuori una partita più rugginosa. Le espulsioni? L'arbitro ha dovuto estrarre cartellini rossi per poter tenere in mano la partita. Quarto posto? Ci credo ed abbiamo l'obbligo di rincorrere la posizione più alta possibile. La colpa di questo momento è di tutti".

giovedì 9 aprile 2009

Vincenzo Sarno, colui che fu un Prodigio

  Mi chiamo Vincenzo Sarno, ero un bambino come tanti, vivevo a Secondigliano e giocavo nella scuola calcio “Gaetano Scirea”.
Era il 1999, avevo ancora 11 anni quando un osservatore del Torino, girando tra le scuole calcio del napoletano, mi scovò.
Rimase sbalordito dalle mie giocate, tanto da segnalarmi ai suoi dirigenti.
Forse pensò che fossi un fenomeno, mi chiamarono "il nuovo Maradona".
Nell'ansia di arrivare prima degli altri pagarano a mio padre 120 mln di lire e io mi trasferii al Nord.
Rimasi a Torino poco più di un mese, ero piccolo, piangevo ogni sera, avevo nostalgia della casa e della mamma. Ritornai in patria.
Nonostante ciò nel 2001, quando avevo 13 anni, alla scuola calcio di Secondigliano arrivò un offerta della Roma.
Stavolta la cifra d'acquisto del cartellino era meno eclatante, ma lasciai di nuovo casa per trasferirmi a Roma.
Avevo talento, ma evidentemente non abbastanza per giocare in Serie A. Dopo 3 anni mi rimandarono a casa.
Avevo già lasciato la scuola. E rimasi senza nulla in mano.
Tornai a fare quello che ho sempre fatto: giocare a pallone alla scuola calcio.
Un'altra società entrò nella mia vita, una società di Serie C, la Sangiovannese di S. Giovanni Valdarno.
Partii di nuovo da casa, ma mi rimandarono a scuola.
In questa società incontrai una persona eccezzionale, Piero Braglia, il mister della squadra, che mi rimise la testa a posto.
Un giorno mi disse: «Se cambi atteggiamento, se ti senti già un fenomeno, ti caccio».
Domenica 15 mi fecero esordire in prima squadra e segnai il mio primo goal.
Mi chiamo Vincenzo Sarno, ero un bambino come tanti, vivevo a Secondigliano e giocavo nella scuola calcio “Gaetano Scirea”.

SMS PER L'ABRUZZO 48580




Ogni SMS inviato contribuira' con 1 euro, che sara' interamente devoluto al Dipartimento della Protezione Civile per il soccorso e l'assistenza. Il sistema sara' operativo dalle ore 23 di stasera. Dalle ore 9 di domani, sara' possibile donare 2 euro attraverso chiamata da rete fissa di Telecom Italia, utilizzando lo stesso numero 48580. Il Dipartimento della Protezione Civile fornira' tutte le indicazioni sull'utilizzo dei fondi raccolti.