giovedì 9 aprile 2009

Vincenzo Sarno, colui che fu un Prodigio

  Mi chiamo Vincenzo Sarno, ero un bambino come tanti, vivevo a Secondigliano e giocavo nella scuola calcio “Gaetano Scirea”.
Era il 1999, avevo ancora 11 anni quando un osservatore del Torino, girando tra le scuole calcio del napoletano, mi scovò.
Rimase sbalordito dalle mie giocate, tanto da segnalarmi ai suoi dirigenti.
Forse pensò che fossi un fenomeno, mi chiamarono "il nuovo Maradona".
Nell'ansia di arrivare prima degli altri pagarano a mio padre 120 mln di lire e io mi trasferii al Nord.
Rimasi a Torino poco più di un mese, ero piccolo, piangevo ogni sera, avevo nostalgia della casa e della mamma. Ritornai in patria.
Nonostante ciò nel 2001, quando avevo 13 anni, alla scuola calcio di Secondigliano arrivò un offerta della Roma.
Stavolta la cifra d'acquisto del cartellino era meno eclatante, ma lasciai di nuovo casa per trasferirmi a Roma.
Avevo talento, ma evidentemente non abbastanza per giocare in Serie A. Dopo 3 anni mi rimandarono a casa.
Avevo già lasciato la scuola. E rimasi senza nulla in mano.
Tornai a fare quello che ho sempre fatto: giocare a pallone alla scuola calcio.
Un'altra società entrò nella mia vita, una società di Serie C, la Sangiovannese di S. Giovanni Valdarno.
Partii di nuovo da casa, ma mi rimandarono a scuola.
In questa società incontrai una persona eccezzionale, Piero Braglia, il mister della squadra, che mi rimise la testa a posto.
Un giorno mi disse: «Se cambi atteggiamento, se ti senti già un fenomeno, ti caccio».
Domenica 15 mi fecero esordire in prima squadra e segnai il mio primo goal.
Mi chiamo Vincenzo Sarno, ero un bambino come tanti, vivevo a Secondigliano e giocavo nella scuola calcio “Gaetano Scirea”.

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