mercoledì 8 aprile 2009

Il Derby Della Capitale



Finite le attese, il Derby della capitale è finalmente alle porte. C'è tanta rabbia fra le due squadre, due squadre che non sono riuscite a centrare gli obbiettivi proposti a inizio stagione, due squadre che hanno deluso le aspettative. Ora serve il derby per rilanciarsi, per dare fiducia ad uno spogliatoio che si è perso d'animo.

Non c’è altra partita quando guardi il calendario a inizio stagione, nemmeno la Santa Pasqua come quest’anno può metterlo in secondo piano: Lazio-Roma è la partita.. e poco importa se il campionato non è andato come si voleva, se non si lotta per grandi traguardi, il derby è derby.

L’ultimo vinto 3-2 aveva un sapore particolare tutto dedicato a Gabriele Sandri, che nessuno di noi dimenticherà mai. Scusate se sono di parte, ma non si comanda al cuore.

Ora che è andata nel peggiore dei modi, c’è solo da capire se esistano residue possibilità che nella manciata di giorni che mancano al derby la Lazio che si è fatta prendere ignobilmente a schiaffi, dopo Catania e Chievo, anche dal Siena, sappia ritrovare un minimo di dignità.

Si dice che il derby, quando bussa alle porte, non necessita di particolari accorgimenti psicologici perché la squadra si presenti in campo con la giusta concentrazione, soprattutto in una situazione come l’attuale, che per la Lazio trasforma la stracittadina in un’ultimissima spiaggia, oltre la quale – in caso di ulteriore sconfitta – si spalanche­rebbe il baratro del fallimento tecnico. Ma tali e tante sono delusione e amarezza che è difficile sperare che questo copione si ripeta naturalmente, se in questi giorni “norcini” giocatori e tecnico non riusciranno a ritrovare il bandolo di una matassa intricata e ag­grovigliata.
Se ci volessimo aggrappare a un pensiero positivo, meglio fare riferimento ad un precedente simile. Quattro anni fa, dopo la sconfitta pre-natalizia di Udine e l’esonero del tecnico Mimmo Caso, la Lazio si presentò al derby decimata, sfavoritissima, eppure riuscì in una spet­tacolare impresa che resta tra le cose più belle del recente passato. Quando il presente non offre appigli, non resta che affidarsi ai ricordi.

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